Comunicato Usi/RdB
La norma contrattuale meglio nota come articolo 15 è stata messa fortemente in discussione dalla normativa brunettiana e si trova oggi al centro di una disputa interpretativa.La manifestazione di USI-RdB Ricerca di martedì, 25 gennaio, alla Funzione Pubblica ha di fatto rilanciato la questione del diritto alla carriera di ricercatori e tecnologi e quindi l’imprescindibilità dell’applicazione dell’articolo 15 e della definizione dei passaggi d’area per i livelli III e II degli enti di ricerca.
L’incontro di una delegazione dei manifestanti con i dirigenti della Funzione Pubblica ha ottenuto la conferma di alcuni principi determinanti:
1) E’ coerente con le norme l’interpretazione in base alla quale l’articolo 15 è un passaggio d’area, valutabile con una selezione interna;
2) L’utilizzo di fondi che non derivano dal turn over non impone, quindi, il concorso nazionale aperto, che rimane una via selettiva diversa e perseguibile;
Sappiamo che Funzione Pubblica insieme ai Presidenti degli Enti di Ricerca stanno lavorando per inserire un testo di chiarimento in un prossimo intervento normativo.
USI-RdB Ricerca ha proposto due possibili alternative che gli Enti possono perseguire: quella dell’interpretazione autentica della norma all’ARAN o l’apertura di un tavolo interministeriale con la presenza delle Organizzazioni Sindacali, dei Ministeri interessati e dell’ARAN che conduca alla conclusiva definizione dell’articolo 15.
Per il momento la manifestazione ha di fatto riaperto la possibilità di utilizzazione di uno strumento fondamentale affinché molti ricercatori e tecnologi vedano concretizzate le legittime aspirazioni ad un passaggio di carriera che aspettano da troppo tempo.
L’iniziativa di USI/RdB è però inserita in una strategia più generale di rilancio della Ricerca Pubblica in Italia nella quale ovviamente il ruolo di ricercatori e tecnologi, il loro diritto alla carriera, la questione salariale e le condizioni di lavoro sono punti fondamentali.
Riteniamo inaccettabile che i lavoratori di un settore che dovrebbe essere traino del Paese vengano costantemente umiliati da condizioni di lavoro e contrattuali sempre più penalizzanti. Più in generale la Ricerca Pubblica deve ricevere finanziamenti adeguati per essere libera dal vincolo finanziario con un mondo imprenditoriale arretrato, fortemente finanziarizzato e delocalizzato.
Troppo spesso quei soggetti, politici e sindacali, che hanno enormi responsabilità rispetto allo stato del Settore Ricerca, alla gestione clientelare, nepotistica e baronale e alla deriva privatizzante si ergono a paladini della Ricerca Pubblica. Come sindacato di base, estraneo ai giochi di potere, sentiamo il dovere di percorrere con molta determinazione la strada della difesa e del rilancio di un settore che riteniamo strategico e fondamentale per lo sviluppo del Paese, a partire dal SALARIO, dai DIRITTI e dalla DIGNITÀ dei lavoratori!