Principe di questo mondo di Tullio Gregory, editore Laterza, Bari, 2013, pp.80, euro 12,00
Recensione di Roberto Tomei
L'autore descrive in queste pagine l'ascesa e il successo di Satana dalle origini alle soglie dell'Illuminismo.
Apprendiamo così che il demonio è ovunque, in ogni momento della nostra vita, e fa di tutto per cercare di sottrarci a Dio e arruolarci fra i suoi sudditi.
Vittime del demonio sono tutti gli uomini, ma soprattutto coloro che sono più fortificati nella vita spirituale, come santi ed eremiti, che col demonio stesso vivono in una lotta estenuante e continua.
Insieme al buon angelo custode ogni uomo ha presso di sé un angelo malvagio. Satana tenta persino il Cristo e continuerà sulla strada di far perdere gli uomini fino alla sua definitiva sconfitta nei tempi apocalittici.
La demonologia, del resto, risolve il problema centrale nell'esperienza religiosa della presenza del male, che altrimenti sarebbe difficile da spiegare in un universo creato da Dio.
La fenomenologia della presenza del demonio nella storia cristiana è un elemento essenziale della spiritualità medievale ma anche di quella della prima età moderna, tanto che tutta l'esistenza del cristiano è rappresentata come un continuo scontro con i diavoli, presenza ubiqua nella vita di ogni giorno.
Caratteristica che accompagna il diavolo è, poi, il colore nero, la sua nigredo, un elemento che accompagna tutta la tradizione esegetica e iconografica, tanto da far coincidere "la rappresentazione luce-tenebre con un serpeggiante razzismo e con il rifiuto e la demonizzazione del diverso".
Oltre che negli scrittori dei primi secoli, Gregory ci ricorda come il tema del diavolo continui ad agitare anche la filosofia moderna, ma cominci già a declinare lungo il Seicento, quando Cyrano de Bergerac si permetterà di sostenere che il degno posto delle dottrine demonologiche è nella Gazzetta degli sciocchi.