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Venerdì, 26 Apr 2024

“Siamo sia scienziati che appassionati della scienza di tutte le etnie, religioni, identità di genere, orientamenti sessuali, competenze, situazioni socioeconomiche, visioni politiche e nazionalità. La nostra diversità è la nostra forza più grande”.

Questo l'incipit del manifesto con il quale è stata lanciata l'dea di fare in Italia e nel mondo il 22 aprile, in contemporanea con l'Earth day, una March for science. E non sarà la sola perché si terranno in tutto il pianeta tante marce degli scienziati a difesa dell'indipendenza della ricerca dai condizionamenti e dagli opportunismi politici.

L'idea, nata in America contro il negazionismo climatico del presidente Donald Trump, che con l'Energy indipendence order, di fatto, ha cancellato il Clean Air Act di Obama, rilanciando la produzione delle miniere di carbone per il funzionamento delle centrali elettriche e degli impianti di estrazione di gas e petrolio, si è presto estesa a tutto il pianeta, perché gli stessi condizionamenti, seppure con accenti diversi, pesano sulla scienza in tutto il mondo.

Una mobilitazione che si ispira alle 672 Women's March tenutesi in tutto il mondo il 21 e 22 gennaio scorsi, subito dopo l'insediamento del tycoon alla presidenza degli Usa, contro gli atteggiamenti ostentatamente sessisti da lui rivendicati in tutta la campagna elettorale.

Scopo della manifestazione non è una mera autodifesa corporativa tout court degli scienziati ma è quella di far comprendere all’opinione pubblica l'importanza sociale di una ricerca scientifica priva dei condizionamenti ideologici di certa politica - come quelli previsti dall'ordine esecutivo di Trump sull'Epa, l'Agenzia dell'ambiente statunitense, che dovrebbe sottoporre ogni sua comunicazione alla supervisione e all'approvazione della politica prima di essere divulgata - e di creare un'inedita alleanza tra cittadini e scienziati, una cultura della scienza nella società, una scienza libera.

L'iniziativa partita sulla rete in America, in particolare, nel Forum Reddit, è cresciuta di giorno in giorno sul blog dell’evento e sulle sue pagine social, tanto che ora sono previste in tutto il mondo oltre 600 manifestazioni e 100 marce in diverse città.

“Gli uomini politici che sminuiscono la competenza e l’esperienza rischiano di prendere decisioni che non riflettono la realtà − scrivono gli scienziati americani − Un governo americano che ignora la scienza per perseguire obiettivi ideologici mette il mondo intero in pericolo”.

Fra le tante marce locali ne è prevista una anche in Italia, a Roma, sempre il 22 aprile, partenza da Piazza della Rotonda, dinanzi al Pantheon, con arrivo in un luogo simbolo dell'indipendenza della scienza: piazza Campo de' Fiori, di fronte alla statua di Giordano Bruno. Dalle 18, poi, da un palco sulla terrazza del Pincio, su iniziativa dalla rete che organizza la Giornata per la Terra, ci sarà un collegamento in diretta con la marcia di Washington e con altre nel mondo, anche con i ricercatori della stazione del Cnr in Antartide; a seguire, un ricordo dell'ambientalista keniota Wangari Maathai e dell'etologo Danilo Mainardi, un intervento sulle “bufale” scientifiche di Paola Michelozi del dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio. Sono altresì previsti interventi di diversi attivisti, oltre che di numerosi musicisti, tra i quali Dongo Co, che ha lavorato sulla disabilità. Sono in calendario anche altre iniziative, il 21 aprile a Caserta e a Napoli e, probabilmente, anche a Firenze, Trieste e Milano.

«Ciò che sta accadendo in Turchia (oltre 300 docenti universitari sono stati licenziati, ndr) e la tremenda vicenda di Giulio Regeni ci ricordano che sembra venir meno la consapevolezza del ruolo civile e potenzialmente liberatorio della ricerca e della scienza. I dibattiti disinformati in tanti campi, dalle scie chimiche ai flussi migratori, dalle politiche energetiche al clima – dice Alessandro Arienzo, uno degli organizzatori – si affiancano ai ripetuti attacchi a ricercatori, scienziati, alla scuola e in genere all’educazione e alla ricerca e creano un clima di sospetto, di sfiducia, di distanza. Difendere il ruolo della scienza è innanzitutto difenderne autonomia, libertà, democraticità».

Al momento, all’iniziativa hanno aderito diverse associazioni di studenti e di ricercatori, ma anche istituzioni pubbliche, organizzazioni di ricercatori stranieri in Italia, il comitato promotore della Women’s March e il cartello di organizzazioni della Coalizione clima, tutte realtà consapevoli della necessità di uno sviluppo attento all’impatto ambientale e alla qualità della vita sulla Terra.

Un movimento che certamente non terminerà con una manifestazione. È importante che in tutto il mondo si continui a difendere la ricerca scientifica specialmente laddove, come in Italia, su di essa non si investe adeguatamente e dove la maggior parte dei ricercatori vive una intollerabile condizione di precarietà. Occorre riscoprire e rivalutare quella libertà, che la Costituzione riconosce alla ricerca scientifica per consentire ad essa di svolgere un ruolo indipendente al servizio di tutta la società e non degli interessi di qualcuno. Come farlo? Innanzitutto, capendo che investire in formazione e ricerca è la migliore scelta per garantirci un futuro sulla Terra.

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L'articolo è stato pubblicato anche sul portale educazionesostenibile.it

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