Giornale on-line fondato nel 2004

Venerdì, 26 Apr 2024

Un sogno chiamato Florida di Sean Baker, con Willem Dafoe, Bria Vinaite, Brooklynn Prince, durata 111’, nelle sale dal 22 marzo, distribuito da Cinema Distribuzione.

Recensione di Luca Marchetti

Costruire un film intorno alle interpretazioni di bambini, specie se non professionisti, è sempre un enorme rischio da correre. Sono pochissimi i cineasti capaci di trattare i giovani attori con intelligenza e sensibilità, riuscendo a tirare fuori racconti di formazione sentiti, sinceri e commoventi. Se dovessimo fare qualche nome, non potremmo esimerci dal citare grandi maestri come Vittorio De Sica, Francois Truffaut o Steven Spielberg.

Con le dovute differenze, l’americano Sean Baker, con il suo Un sogno chiamato Florida, ha dimostrato di essere degno di tali predecessori. Con un amore e con un’attenzione rare nel cinema autoriale-indipendente statunitense, Baker (già autore di quella piccola perla che è Tangerine, interamente girata con tre iPhone 5) riesce a mettere al centro della sua dolceamara storia la splendida e giovanissima Brooklynn Prince, capace di trascinare, come una forza della natura, l’intera pellicola.

Un sogno chiamato Florida, infatti, è una favola dai colori ipersaturi, dove la piccola “principessa” Moone fa esplodere tutta la sua strafottente e irresistibile giovinezza. Sempre presa tra guai da combinare e avventure da immaginare, la ragazzina con i suoi inseparabili amici, sembra quasi ignorare il mondo tragicamente triste che la circonda. Le stanze di un motel fatiscente (colorato come una favela sudamericana) e le strade afose e mortifere della periferia di Orlando diventano lo scenario di giochi interminabili e scorribande appassionanti, sempre lontani dai disastri di madri disperate e di adulti disagiati. L’infanzia di Moone diventa così l’ultimo, irripetibile, baluardo per sopravvivere alla follia di un mondo che, un po’ magico e un po’ osceno, è il perfetto negativo della cartolina disneyana evocata e sognata per tutto il film.

La spontaneità di Moone/Brooklynn (recita o è davvero così?) è uno dei cuori di un’opera che sa, come poche altre, rendere i suoi interpreti non professionisti talmente inseriti nella narrazione da farci dimenticare il confine tra opera di finzione e documentario. Da questo punto di vista, va segnalata anche la prova della “terribile” mamma Bria Vinaite, talmente insopportabile da trasformare il suo personaggio in un freak adorabile.

A rendere ancora più forte l’uso intelligente del cast, c’è la presenza magnetica di Willem Dafoe. L’attore americano, romano d’adozione, con un delicata e dolente umanità, è il supporto più forte dell’opera, riuscendo con umiltà ad essere guida, mediatore e sostenitore dei suoi colleghi meno esperti, della sceneggiatura volenterosa, del suo geniale regista. Interprete capace di spaziare dai mega budget fino alle opere più sperimentali e sofferte, Dafoe è forse uno dei pochi eroi che il Cinema ci ha consegnato negli ultimi anni, un attore che non ha certo bisogno di un Oscar per portare avanti, con coraggio e coerenza, la propria missione artistica.

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Critico cinematografico

empty alt

26 aprile 1986: il disastro nucleare di Chernobyl

In Ucraina, la mattina del 26 aprile 1986 si verificava il più grande disastro industriale della...
empty alt

Ex base Nato di Monte Giogo, presto in concessione al Parco nazionale dell’Appennino

La Direzione toscana del Demanio ha ufficialmente comunicato al Parco nazionale dell’Appennino...
empty alt

Venosa, splendido territorio ricco di tracce del passato, ceramiche e pregiati vini

In groppa alla docile mula “Bellina”, sulla “vardedda” zio Pasqualino, due “panari” di uova della...
empty alt

Licenziamento illegittimo se il dipendente comunica solo all’Inps il nuovo domicilio

Con ordinanza n. 838/2024, pubblicata in data 28 marzo scorso, la Corte di cassazione - sezione...
empty alt

“Confidenza”, il film della settimana proposto dal Foglietto

Confidenza, tratto dall’omonimo romanzo di Domenico Starnone (Edito da Einaudi), regia di Daniele...
empty alt

“Università e militarizzazione” ovvero “Il duplice uso della libertà di ricerca”

Università e militarizzazione – Il duplice uso della libertà di ricerca di Michele Lancione – Eris Edizioni...

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI
Back To Top