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Martedì, 23 Apr 2024

Il 26 settembre, a più di un mese dal terremoto di Ischia, Elisabetta Galgani ha intervistato, per La Nuova Ecologia, il presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni, e la presidente di Legambiente, Rossella Muroni. "Scoprendo un’unità di intenti" fra i due.

Doglioni afferma: "Dopo la prima localizzazione del 21 agosto, i sismologi dell’Istituto si sono subito messi a verificare i sismogrammi e alla fine hanno modificato l’ipocentro nel sottosuolo ischitano in una posizione a circa 5 in orizzontale a sud e 3 km più superficiale rispetto alla stima iniziale, il che significa che la localizzazione finale della sorgente sismica è stata ampiamente al di sotto dell’incertezza insita nella qualità dei dati a disposizione. La critica all’operato dell’Ingv è dunque inaccettabile e pretestuosa".

Rossella Muroni conferma: "E’ evidente come dice Doglioni che le critiche siano state pretestuose: credo inoltre che le polemiche seguite siano state assolutamente strumentali ..."

I due intervistati si guardano bene dall'analizzare i contenuti delle critiche ed eventualmente smontarle con appropriati argomenti scientifici, come è prassi normale nel mondo della moderna ricerca. Esprimono solo giudizi negativi. Poi, si sono abbandonati a disquisire su la scienza che si ritira in una torre d'avorio, la mancanza di sinergia tra scienza e politica, l'abusivismo ... con l'auspicio finale "che tutto questo cambi". Argomenti che erano già vecchi ai tempi del terremoto irpino del 1980. Parole di circostanza, che riempiono la bocca ma non il vuoto di idee e che, soprattutto, non indicano nessuna strada per risolvere i problemi.

Mi ha particolarmente colpito l'uso dell'aggettivo "pretestuose", usato da entrambi gli intervistati per le critiche rivolte "all'operato dell'Ingv". Sono andato a verificare sul vocabolario il significato di "pretestuoso" e ho trovato: "Addotto come pretesto, fondato su pretesti, non su effettivi argomenti".

Rivendico di aver espresso, qui sul Foglietto, critiche molto ben circostanziate, con effettivi argomenti, non sull'operato dell'Ingv come un tutto, ma solo su un gruppo ristretto di persone ben identificate, che ha il compito della rilevazione e della comunicazione degli eventi sismici per tutto il territorio nazionale, 24 ore su 24. Di costoro mi sono persino spinto ad auspicare l'immediata rimozione. Critiche nette sono venute anche da altri esperti, la professionalità dei quali non è stata mai messa in discussione.

Non mi meravigliano i tentativi di giustificarsi da parte del presidente Ingv e sorvolo le sue considerazioni tecniche. A sismologi esperti sono bastati una decina di minuti per capire che quello del 21 agosto scorso era un terremoto a profondità minima, proprio sotto Casamicciola. I vertici dell'Ingv hanno impiegato quattro giorni per arrivare allo stesso risultato.

Le critiche non sono di natura accademica e non hanno intenti polemici. La vicenda riguarda un'area abitata da più di due milioni di persone, che vivono fra vulcani pericolosissimi: in caso di evento, è per loro necessaria un'informazione tempestiva e affidabile. Anche poche decine di minuti di ritardo possono significare la perdita di migliaia di vite umane.

Quello che colpisce nell'intervista della Galgani è la presa di posizione della presidente di Legambiente, istituzione che ho sempre ammirato e che ho frequentato ai tempi di Ermete Realacci.

Legambiente, attraverso le parole della sua legale rappresentante, afferma che le critiche sono pretestuose, quindi, per definizione, fondate su pretesti, non su effettivi argomenti. Immagino allora che, prima di fare un'affermazione tanto grave, la Signora Muroni avrà fatto delle indagini e, pertanto, la invito pubblicamente a chiarire quali pretesti sarebbero alla base delle critiche. Altrimenti si potrebbe pensare che Legambiente considera con superficialità e indifferenza l'elevatissima pericolosità vulcanologica di una parte importante del Paese.

Nell'attesa di conoscere i pretesti su cui si fondano le nostre critiche, ribadisco brevemente quelli che sono gli effettivi argomenti alla base di esse.

La prima valutazione del sisma del 21 agosto è stata comunicata dalla Sala operativa di Roma dell’Ingv circa mezz'ora dopo l'evento: magnitudo locale 3.6, 10 km di profondità, in mare ad alcuni km da Ischia, cioè i valori prodotti in automatico dal sistema di sorveglianza. Nel primo comunicato dell’Osservatorio Vesuviano (OV), si ritrovano esattamente gli stessi valori. Alle 22:33, l'OV emette un secondo comunicato, innalzando la magnitudo a 4.0 e riducendo la profondità focale a 5 km; epicentro sempre in mare ma un po' spostato. Ma non è finita. Il 22 agosto, una ventina di ore dopo il terremoto, il presidente Ingv confermerà, al Tg2 delle 13, proprio quei dati, addirittura indicando su un grafico, con una freccetta rossa, la faglia e l'ipocentro. Non è ancora dato sapere, a più di un mese e mezzo dall'evento, quando e come si è arrivati alla soluzione corretta, quella che pone l'ipocentro proprio sotto Casamicciola a meno di 2 km di profondità, che è stata poi riportata il 25 agosto alla Commissione Grandi Rischi e narrata il 26 agosto dal presidente Ingv.

Non è accettabile quanto affermato dal presidente INGV sulla compatibilità fra le sue valutazioni e la corretta valutazione finale dei parametri dell'evento. Un terremoto in mezzo al mare di magnitudo 3.6 a una profondità di 10 km è poco più di una curiosità sismologica; un terremoto della stessa entità immediatamente sotto un antico centro abitato può essere una tragedia come è stato varie volte nella storia di Casamicciola.

La direttrice dell'OV, nei giorni successivi al sisma, rilascerà una intervista al quotidiano Il Mattino di Napoli per spiegare alcune incredibili circostanze verificatesi nello stesso OV la sera del 21 agosto.

Ulteriori dettagli possono essere letti nel Foglietto del 14 settembre scorso; qui osservo che in tutta la filiera decisionale dell'Ingv non c'è neanche un sismologo operativo esperto. Infatti, la sismicità ischitana, argomento di innumerevoli testi scientifici e non solo, era evidentemente sconosciuta a coloro che nella notte del 21 agosto hanno gestito l'evento.

Questo episodio è preoccupante non solo per i Napoletani, che in gran numero vivono in una delle zone più pericolose al mondo, ma anche per tutti noi che viviamo in un Paese fortemente sismico e che abbiamo il diritto di pretendere informazioni complete, tempestive e puntuali da un ente statale fatto crescere proprio con questo fondamentale scopo e che costa circa 60 milioni all'anno.

La presidente di Legambiente, un'importantissima istituzione nazionale, considera queste nostre osservazioni puramente pretestuose. Aspettiamo, ora, che dimostri l’infondatezza dei nostri argomenti. Se, come temiamo, non le riuscirà, auspichiamo scuse adeguate, non per puntiglio personale ma proprio per il rispetto che abbiamo verso Legambiente e le sue esternazioni.

L'uso improprio dell'aggettivo "pretestuoso", in argomenti di questa gravità, si appalesa estremamente irresponsabile.

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