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- di Maurizio Sgroi
Poiché la cosiddetta intelligenza artificiale (IA), nome suggestivo che indica lo sviluppo della capacità di calcolo delle macchine alimentata dai big data, farà stabilmente parte del nostro paesaggio presente, e soprattutto futuro, è giusto illustrare, per quanto possibile, alcune riflessioni minime – per quelle massime non bastano le poche righe di un giornale – che scaturiscono dalla vasta congerie di studi e analisi che si vanno producendo.

La recente
Parlare di giacimenti di gas proprio mentre il mondo sembra molto più interessato alla grafite o al litio sembrerà ad alcuni poco rilevante. Rimane il fatto che il gas, come d’altronde il petrolio, è ancora, e continuerà a lungo ad esserlo, uno strumento fondamentale delle nostra quotidianità. Tanto più per noi europei, alle prese col difficile percorso di separazione dal gas russo, del quale per anni abbiamo goduto senza troppi rimorsi di coscienza.
Nel caso vi fosse sfuggito, e ammesso che vi interessi, pochi giorni fa il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha rilasciato il suo Fiscal monitor, tutto dedicato alla transizione energetica, dove si legge che entro il decennio il mondo arriverà ad esprimere un debito globale pari al 100 per cento del pil.
La celebrazione del meeting annuale del Fondo monetario internazionale (Fmi) in Marocco, fra il 9 e il 15 ottobre, non passa inosservata. La ragione l’aveva illustrata la Managing Director del Fondo, Kristalina Georgieva, nel corso di un incontro con il governo della Costa d’Avorio, una delle economie africane che di recente ha mostrato un certo dinamismo, proprio la settimana precedente l’inizio del meeting: l’ultima volta che il Fmi si era fatto vedere in Africa era il 1973, a Nairobi, in un mondo in bianco e nero, e non solo politicamente, alle prese con le turbolenze della fine dei Trenta Gloriosi.
