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- di Maurizio Sgroi
Il rallentamento dell’inflazione che ormai si osserva un po’ ovunque ha molte cause, che la Bce nel suo ultimo bollettino economico non trascura di osservare. Una in particolare merita un approfondimento perché ci dice molto di come giri il mondo che oggi tutti dicono di voler cambiare. Ossia il peso specifico della Cina sull’economia mondiale, misurato stavolta dalla sua capacità di influire sul livello globale dei prezzi. E in particolare su quelli dell’eurozona.

Il grafico nella foto accanto, elaborato dal Fondo monetario internazionale (Fmi) in occasione di un report sulla crescita dei salari in Europa, dentro e fuori l’Eurozona e l’Ue, non ha bisogno di molti commenti. La prima metà dell’anno ha prodotto una robusta crescita delle retribuzioni nominali in gran parte dell’Europa, al netto di Svezia e Italia, che si sono mosse appena dalla scala di crescita delle retribuzioni osservata nel quinquennio 2015-2019.
Un interessante approfondimento del quale si è discusso in
I prestiti al settore privato ormai resistono solo negli Stati Uniti, che hanno notoriamente mandibole robuste quando si tratta di sgranocchiare debiti. In Europa ormai sono a zero, in Gran Bretagna addirittura decrescono.
E’ passata quasi inosservata la notizia che nel corso dell’ultimo
