Redazione
Solo chi ricorda l'incipit di Harry Potter e la pietra filosofale, con i tantissimi gufi e barbagianni che recapitano la posta al giovane aspirante mago, può farsi un'idea di quel che accade all'Istat, allorché qualche incauto candidato a un concorso si spinge ad esercitare un diritto, quello di chiedere atti e documenti di altri candidati.
Nonostante una pacifica giurisprudenza affermi che è tutto pubblico ciò che si svolge in un concorso, all'Istat sono implacabili (vedere Il Foglietto n. 5/2011) e fanno partire un nugolo di lettere in tutte le direzioni, chiedendo permessi e autorizzazioni a tutti su tutto.
Di recente, è stato battuto ogni record: la macchina infernale si è messa in moto persino per l'accesso chiesto da un candidato agli atti di un concorso vinto dal medesimo candidato, fattispecie nella quale la carenza di interesse del vincitore è tanto evidente da non richiedere un particolare acume giuridico.
Roba da non credere.
Chissà che per svelare l'arcano non occorra possedere proprio la pietra filosofale.