di Rocco Tritto
Il decreto con il quale Tommaso Maccacaro, presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), ha letteralmente sbattuto fuori dallo Iasf di Bologna un associato, è a dir poco inquietante.
L’inopinato, illegittimo e anacronistico provvedimento, però, non colpisce soltanto lo scienziato Stefano Cortiglioni, ma tende a delegittimare e a isolare il lavoro che viene svolto dalla nostra testata, che, unica nel variegato mondo della Ricerca pubblica, con scarsezza di mezzi e di risorse, cerca ogni settimana - gratuitamente e senza un filo di pubblicità (che pure molti vorrebbero fare sul nostro giornale) - di assicurare una informazione puntuale, corretta, fatta di notizie (tante) e di opinioni (poche) che, se non date dal Foglietto, mai nessuno conoscerebbe. Ed è forse questo il motivo per il quale in tanti vedrebbero come una autentica liberazione la nostra scomparsa.
Tra questi va annoverato anche il presidente dell’Inaf, che non ha trovato di meglio - per motivare (si fa per dire) la cacciata di Cortiglioni - che accusarlo di aver inviato una lettera al Foglietto, nella quale manifestava compitamente perplessità in merito alla decisione dell’Inaf di tagliare i pochissimi fondi messigli a disposizione per un importante progetto di ricerca.
L’inaudito decreto ha fatto subito il giro non solo dell’Inaf ma anche del web, approdando addirittura in Parlamento.
Se l’obiettivo era quello di espellere dalla comunità Inaf Cortiglioni e di additare Il Foglietto come un giornale pericoloso, da evitare, ebbene è stato mancato, giacché - Maccacaro può esserne certo - sia Cortiglioni che Il Foglietto continueranno a battersi per la legalità, contro ogni forma di autoritarismo e di sopraffazione.