La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 20648 del 31 agosto 2017, ha esaminato e accolto un ricorso, avente ad oggetto i turni di reperibilità, proposto dal datore di lavoro avverso una sentenza della Corte d’Appello di Lecce, che aveva dato ragione a un lavoratore.
Per i Giudici della Suprema Corte, il lavoratore non vanta un diritto a essere inserito nei turni di reperibilità con la conseguenza che una eventuale esclusione non gli consente di ottenere il pagamento della relativa indennità. E’ vero che il servizio è organizzato dal datore di lavoro secondo un piano prestabilito che deve includere il maggior numero di dipendenti, ma questo non implica che in capo al singolo sussista un diritto a essere inserito automaticamente.