All’Ense (Ente nazionale delle sementi elette) un altro anno è passato invano. Le severe censure già mosse dalla Corte dei conti sono rimaste ancora lettera morta. Anche nel 2009, l’Ense, ente pubblico i ricerca che dal 1954 per legge certifica i prodotti sementieri (come grano, mais, riso) prima della loro commercializzazione (vedere Il Foglietto n. 43/2008), è stato al centro di un incredibile periplo a 360 gradi.
Dal 1993, infatti, chi chiede di testare la qualità delle sementi deve versare i compensi dovuti non all’Ense ma alla Tesoreria provinciale dello Stato, che li trasferisce al Ministero delle politiche agricole che, a sua volta, li accredita alle Regioni, le quali, da ultimo, provvedono, spesso dopo anni, a versarli, allo stesso Ense. Una procedura “demenziale”, destinata a sopravvivere chissà per quanti anni ancora.