La Cassazione - Sezione Lavoro - con sentenza n. 4264 del 17 febbraio 2017, ha esaminato un ricorso avente ad oggetto il danno da demansionamento.
Per i giudici della Suprema Corte il danno professionale conseguente al demansionamento può consistere nel pregiudizio derivante dall'impoverimento della capacità professionale acquisita dal lavoratore e dalla mancata acquisizione di una maggiore capacità ovvero nel pregiudizio subito per perdita di chance, ossia di ulteriori possibilità di guadagno.
Tale danno – precisa la Corte - non è in re ipsa, essendo necessario che il lavoratore precisi fatti e circostanze da cui si possa almeno presumere che in concreto vi sia stata la perdita di cognizioni acquisite nel precedente incarico, ovvero dimostri la perdita di occasioni favorevoli, siano esse consistenti in ulteriori potenzialità occupazionali o in maggiori possibilità di guadagno, indicando quali aspettative di progressione professionale siano state frustrate dal demansionamento.