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- di Maurizio Sgroi
Un paper molto interessante pubblicato dal Fondo Monetario ci ricorda una semplice evidenza che ha chiaro chiunque frequenti la sapienza dei proverbi: l’unione fa la forza. Poiché, però, non bastano i proverbi – purtroppo – a fare una buona politica, il Fmi è costretto a scrivere una trentina abbondante di pagine per mostrare come un approccio coordinato alle politiche industriali, al momento spezzettato fra i singoli aiuti di stato, peraltro in crescita, avrebbe effetti assai più interessanti per la fisionomia dell’economia europea.

Poiché di questi tempi non ci facciamo mancare le occasioni di preoccupazione, tanto vale aggiungerne un’altra al paniere di quelle che agitano i nostri sonni parlando dello stretto di Taiwan (foto a sx), al centro di una disamina molto interessante
Ora che l’esito delle elezioni negli Stati Uniti lascia supporre il ritorno in grande stile delle polemiche fra cinesi e americani per le più svariate ragioni, vale la pena osservare cosa sia successo nel frattempo che Trump è tornato alla Casa Bianca.
Il 23 ottobre 2018, con una
Non è un caso che il Fondo monetario internazionae (Fmi) dedichi alcune pagine del suo ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria ai tormenti del settore degli immobili commerciali, che a differenza di quello degli immobili residenziali, dove i rischi appaiono tutto sommato contenuti, esibisce un livello preoccupante di tensione sposandosi un livello elevato di indebitamento con prezzi non coerenti, specialmente nel settore uffici, uno dei più penalizzati sin dai tempi della pandemia.
